TELEFUNKEN M5A: A VOLTE LA PAZIENZA NON BASTA

La YLEISRADIO è la Radio di stato FINLANDESE che trasmette in tutto il territorio nazionale, fino alla Svezia.

È questa Radio, che a metà degli 50’, ha ordinato questo magnetofono M5A alla TELEFUNKEN.

Gli apparecchi erano costruiti su ordinazione, questo permetteva ai committenti di poter richiedere piccole modifiche o adattamenti in base alle caratteristiche del proprio studio radiofonico.

Su questo esemplare è stato modificato il circuito di uscita per avere qualche dB in più di segnale; ed è stato aggiunto un interruttore di Stand-by, che permette di tenere l’apparecchio acceso (quindi con le valvole in temperatura) ma con i motori fermi.

Dopo l’installazione, tutti gli apparecchi venivano presi in carico dai Tecnici interni che si occupavano della manutenzione ordinaria e straordinaria.

Su questa macchina sono state aggiunte due etichette in alluminio: la prima con il logo della Radio e il numero di inventario; nella seconda, invece una eloquente scritta in Finnico dice: VOR ÖFFNEN DES GERÄTES NETZSTECKER ZIEHEN (Staccare la spina prima di aprire il dispositivo).

       

Il registratore ha un guasto: si accende ma non riproduce.

Vista l’età dell’oggetto, (d’accordo con il proprietario) preferisco fare anche a un “Tagliando” per evitare che ci siano altri problemi a breve termine.

Procedo quindi con tutta una serie di verifiche meccaniche ed elettroniche.

Sollevando il telaio, la prima cosa che balza agli occhi è il grosso Conta-ore di derivazione automobilistica, che insieme ai motori e al trasformatore di alimentazione, sono tra le parti più pesanti di tutto il telaio.

Dai controlli emerge che la meccanica è in buono stato, (si vede che gli hanno fatto una manutenzione costante); gli unici elementi da sostituire sono i cuscinetti del Rullo Pressore che hanno preso gioco.

Anche l’elettronica è in ottimo stato, le valvole sono ancora efficienti al 90%,

 

 

 

L’unica cosa da fare, è la pulizia di tutti i contatti degli interruttori e dei relè che col tempo si ricoprono di una patina nera di ossido.

Fatte tutte le verifiche preliminari, posso passare al guasto: le causa è la bobina di un relè che si è interrotta.

Questo componente era fatto su misura, non è più prodotto da anni e non è reperibile un ricambio NOS.

L’unica soluzione è rifare l’avvolgimento con calma, pazienza e con la mia piccola bobinatrice a mano.

Rimontata e sostituito il diodo di soppressione, finalmente il magnetofono parte.

Ora che funziona posso fare le misure di routine ( Azimut, livello di uscita, banda passante, velocità e tensione del nastro,ecc ecc), e tenere in prova l’apparecchio.

Per sicurezza, verifico e sostituisco anche tutti i diodi soppressione presenti sui relè, che sono in parziale dispersione.

L’intervento sembra finito, se non che dopo alcuni giorni, compare un rumore, sia in fase di registrazione che in fase di riproduzione.

Incomincia con un rumore bianco e poi finisce con una piccola scarica; il tutto dura meno di un secondo.

I guasti aleatori sono i più difficili da trovare, perché non essendo costanti, fanno perdere tantissimo tempo per essere individuati; Infatti dopo parecchie misure e prove, scopro che è il raddrizzatore al Selenio della tensione anodica che sta iniziando a cedere.

La sua sostituzione con un componente moderno mi permette di completare la riparazione.

Ps. I Raddrizzatori al Selenio hanno la brutta caratteristica di bruciarsi di colpo emettendo un fumo tossico. Le prime avvisaglie sono: surriscaldamento, un odore acido e sbalzi di tensione in uscita.

Al contrario dei condensatori elettrolitici è meglio non tentare di ricostruirli, perché aprendoli il Cadmio contenuto all’interno, uscirebbe con il rischio di intossicarci.

 

 

 

 

STUDER B62: IL “PORTATILE” DELLA CASA DI ZURIGO

Lo Studer B62 si può considerare come la versione evoluta del A62.

L’A62 nesceva nel 1965, come primo registratore completamente transistorizzato di studer, e il primo completamente modulare; Il B62 ne è un adattamento destinato ad un uso broadcast (Radio e Tv), con una serie di modifiche strutturali: dimensioni compatte, testine Butterfly, braccetti dei rulli tendi-nastro solidali tra loro, controllo elettronico della tensione del nastro e della velocità del motore capstan; possibilità di controllarne da remoto di tutte le funzioni. Non ultima la costruzione modulare dell’elettronica per permettere una rapida manutenzione.

Ne sono state prodotte 3 versioni differenti: B62, B62-TVU e B62- KVU.

Il tipo B62 comprendeva unicamente il magnetofono montato all’interno di una valigia per facilitarne il trasporto. Le dimensioni erano: 482 x 356 x 220 mm per 28 Kg di peso.

Il tipo B62-TVU ha in aggiunta un modulo con quattro preamplificatori separti; due per gli ingressi, due per le uscite e due VU meter commutabili per verificare i segnali.

Il tipo B62-KVU ha lo stesso modulo del TVU ma ha la possibilità di essere integrato in un carrello per l’istallazione in postazione fissa.

Un cliente mi consegna un B62 accompagnandolo con la classica frase “Funziona benissimo! Lo stavano usando prima che lo comprassi, un controllo rapido è sarà ok”.

In realtà non sono prevenuto su queste affermazioni: è vero, a volte si trovano macchine “perfettamente funzionanti” ridotte in uno stato disastroso; Invece, in altre occasioni, si trovano macchine in ottime condizioni che si possono usare da subito. In ogni caso prima di giudicare è meglio verificare l’effettivo stato della macchina.

A prima vista sembra in buone condizioni: Il percorso del nastro è pulito e le testine, il pinch roller,il perno capsta, le guide e i tendi-nastro sono si consumati, ma non in modo tale da dover essere sostituiti.

Estratto dalla sua valigia, vedo che le calotte di copertura dei motori sono identiche a quelle dei motori montati sui REVOX, si vede che il fabbricante è lo stesso!!! Osservandone l’interno noto che, le schede elettroniche non hanno macchie di umidità ma solo un velo di polvere e il conta-ore segna 4003.

Calcolando gli anni e lo stato di usura,deduco che è una macchina usata, ma con una manutenzione costante. L’unica scheda che presenta qualche segno di ossidazione è la 1.162.620 i suoi componenti attivi sono montati su zoccoli formati da piccole clip, che nel tempo tendono a ossidarsi e lasciarsi andare provocando falsi contatti.

Rimontato il tutto decido di dare corrente al magnetofono, misuro le tensioni sugli appositi test-point che sono di valore corretto e con basso ripple. Fatto ciò monto una nastro di prova, e premo play; la riproduzione si avvia ma vedo che il perno tendi-nastro sinistro, quello vicino alla bobina creditrice fa fatica a fare il suo lavoro, in più i rullo di sinistra sembra vada a scatti. Fermato tutto, muovo manualmente entrambi i meccanismi, sembrano frenati. Smonto per primo il rullo e vedo che entrambi i cuscinetti sono ormai consumati, li sostituisco con due SKF nuovi.

Convito che anche il tendi-nastro abbia lo stesso problema smonto anche quello ma vedo che qui il meccanismo è completamente diverso: il cuscinetto a sfere non è montato su un perno; ma il perno stesso è un cuscinetto a sfere. Questo tipo di meccanismo è di solito utilizzato nella meccanica degli orologi o in quelle di precisione (stampanti 3D) trovarlo su una macchina degli anni 70’ è stupefacente. Per riuscire a risolvere il problema l’unico modo è smontare l’intero blocco, rimuovere il lubrificante indurito e verificare che le sfere non siano consumate. Rimontare il tutto non è altrettanto semplice: bisogna spalmare di grasso al teflon il supporto, appoggiarci le sfere una per una, sfruttando l’effetto colla del grasso e poi rimettere con precisione la copertura.

                         

Fatto ciò riallineo il tutto come da Service manual e  provo tutte le funzioni del magnetofono in entrambe le velocità: avanzamento veloce, riavvolgimento, riproduzione con nastri mono e stereo e infine registrazione.

Vista l’assenza di anomalie inserisco in nastro di test e eseguo alcune misure. Il rapporto segnale/rumore è di 59db più che buono,invece la risposta in frequenza sfiora i 20Khz; più che ottima (i dati di targa dichiaravano 18Khz).

Per ultimo, ripulisco l’interno del registratore, sostituisco tutti i condensatori Rifa che rimangono in giro per il telaio e lo tengo in prova per qualche giorno.

             

Purtroppo iniziano a manifestarsi alcuni problemi inspiegabili: quando mando in stop la riproduzione, il magnetofono passa da solo in riavvolgimento, oppure in avanzamento, senza averne ricevuto il comando; in un’altra occasione appena inserito il nastro parte da solo in riproduzione.

Per prima cosa verifico i contatti striscianti dei vari pulsanti di comando. Effettivamente sono un po’ ossidati ma niente che giustifichi questi problemi.

Mentre ribalto la copertura per verificare i condensatori di spunto, l’occhio mi cade sui braccetti dei rulli tendi-nastro non sembrano nella corretta posizione di riposo. Effettivamente guardandoli dal di sopra, si nota che dovrebbero essere circa un centimetro più indietro.

              

Per poter accedere all’intero meccanismo, devo ribaltare il magnetofono e smontarlo completamente. Fatto ciò vedo che, la molla di richiamo negli anni si è snervata e non riesce più a contrastare la molla di avanzamento dei solenoidi. Oltre a ciò, la camma che gestisce le varie funzioni rimane,di conseguenza fuori fase e vede costantemente la meccanica come se fosse in posizione di riproduzione.

Questo spiegherebbe tutti i malfunzionamenti. Sostituita la molla e regolata la meccanica, ora i braccetti sono nella giusta posizione e la messa in fase dell’albero a camme è rispettata.

Mentre rimonto le vaire parti, colgo l’occasione per lucidare alcune minuterie, e riverniciare la scritta STUDER sul coperchio delle testine. Le solite misure e regolazioni di routine, e una settimana in prova concludono questo complesso intervento.

 

TELEFUNKEN M5: MODELLO “FRANKENSTEIN”

TELEFUNKEN M5: MODELLO “FRANKENSTEIN”

Questo è il classico restauro  che inizialmente sembra semplice, ma che poi si complica molto più del previsto.

Ma prima un pò di storia: il Telefunken M5  si può considerare come il primo registratore da 1/4 di Pollice, di tipo professionale che abbia avuto successo. È una macchina straordinariamente massiccia e pesante, molto solida e affidabile. Era venduto in una grossa valigia ed era considerato, per i tempi,  portatile (Se si può considerare portatile un oggetto del peso di quasi 40kg), anche se la maggior parte dei tecnici, lo  fissava a filo di un ripiano, per poterlo usare come macchina fissa.

Questo Tape Recorder e stato costruito in 4 versioni  la M5,M5a, M5b e M5c.

La M5 è stato il primo tipo ad essere messo in commercio nel 1954; Era a valvole, con trasmissione a cinghia, ed era esclusivamente monofonico. Con velocità del nastro selezionabili tra  9,5/19/38cm/s oppure  19/38/76 cm/s era molto versatile e per questo  si prestava ad essere usato negli studi delle radio di quel tempo.

La seconda versione M5a, è stata commercializzata nel 1963, naturale evoluzione della prima versione , presenta motore e frizione in un unico monoblocco a trasmissione diretta; e velocità ridotte a 19/38 o 38/76cm/s. L’elettronica rimaneva sempre valvolare e monofonica.

Per averne una versione stereo, bisognerà attendere il 1965 con il modello M5b, Elettronica allo stato solido con transistor al Germanio, Trasmissione diretta e velocità sempre 19/38 o 38/76 cm/s.

L’ultima versione la M5c è del 1968 l’unica differenza rispetto alla versione B riguarda l’elettronica con transistor al Silicio anziché al Germanio.

Sollevando il pannello frontale mi accorgo che i supporti delle bobine sono liberi di muoversi liberamente; guardando meglio vedo che sotto di essi c’è una puleggia… Ma questa versione non era a trazione diretta?  A questo punto sollevo l’intero pannello  e vedo che il motore e il telaio sono quelli di un M5 prima serie (con trazione a cinghia), la meccanica e il motore del Perno Capstan sono di un M5b e l’elettronica (come avevo già osservato) di un M5 versione C.

Questa macchina è costruita con pezzi di almeno 3 esemplari diversi! E adesso cosa faccio? Dico al cliente che si è fatto fregare e il suo registratore non ha alcun senso e sopratutto nessun valore?

Calma… ragioniamoci sopra; smontando completamente la struttura mi accorgo di alcune cose:

1) A giudicare dall’ossido distribuito sul telaio, le modifiche non sono recenti ma sono state eseguite parecchio tempo fa.

2) La meccanica del cambio velocità e il Perno Capstan sono correttamente allineati con le testine, che a loro volta sono correttamente allineate con i piatti.

3) Il trasformatore di alimentazione è stato sostituito con uno non originale.

4) Ci sono parecchi segni che la macchina è stata ferma per un certo periodo di tempo, ma che prima di ciò è stata usata.

Tutto questo mi fa supporre, che questa macchina non è un falso creato ad hoc per bidonare il primo compratore inesperto, ma si tratta di un “Frankenstein” assemblato con criterio da qualcuno che se ne intendeva e anche parecchio. Si vede dalla cura con cui è stato tagliato il telaio per ospitare la nuova elettronica, la disposizione dei cablaggi e l’accurata limatura della sede del Capstan per allinearlo correttamente. Si nota anche un attenzione particolare nella foratura del pannello laterale, per aggiungere i connettori Tuchel con lo scopo rendere stereofonica la macchina.

Considerato tutto ciò e visto l’uso che nel vuole fare il cliente, propendo per un accurato restauro.

Mentre eseguo i vari controlli di routine, salta anche fuori un altro problema: il Rullo Passivo di sinistra, che serve a mantenere il nastro teso  è consumato in modo anomalo. Smontandolo mi accorgo che ciò è dovuto al cuscinetto sottostante usurato. Ricambi di questo tipo non ne fanno più da anni e quindi, in apparenza risulta irreperibile. In realtà  dopo una lunga ricerca in rete trovo un ricambista specializzato in recuperi: smonta i vecchi apparecchi e poi rivende le parti ancora in buono stato.

 

Dopo aver avuto ampie rassicurazioni sullo stato del ricambio lo ordino. In realtà all’arrivo del pacco mi rendo conto che non si tratta di una parte di recupero, ma si un fondo di magazzino mai usato.

Meglio così, con un pezzo nuovo il funzionamento ottimale sarà garantito; per contro bisognerà fare un adeguato rodaggio prima che in nastro scorra senza fare alcun rumore.

Dopo tutte le sostituzioni, i controlli, le tarature e un adeguato periodo di prova, (sia in riproduzione che in registrazione) si conclude questo restauro dandomi grande soddisfazione.