TELEFUNKEN M5: MODELLO “FRANKENSTEIN”
Questo è il classico restauro che inizialmente sembra semplice, ma che poi si complica molto più del previsto.
Ma prima un pò di storia: il Telefunken M5 si può considerare come il primo registratore da 1/4 di Pollice, di tipo professionale che abbia avuto successo. È una macchina straordinariamente massiccia e pesante, molto solida e affidabile. Era venduto in una grossa valigia ed era considerato, per i tempi, portatile (Se si può considerare portatile un oggetto del peso di quasi 40kg), anche se la maggior parte dei tecnici, lo fissava a filo di un ripiano, per poterlo usare come macchina fissa.
Questo Tape Recorder e stato costruito in 4 versioni la M5,M5a, M5b e M5c.
La M5 è stato il primo tipo ad essere messo in commercio nel 1954; Era a valvole, con trasmissione a cinghia, ed era esclusivamente monofonico. Con velocità del nastro selezionabili tra 9,5/19/38cm/s oppure 19/38/76 cm/s era molto versatile e per questo si prestava ad essere usato negli studi delle radio di quel tempo.
La seconda versione M5a, è stata commercializzata nel 1963, naturale evoluzione della prima versione , presenta motore e frizione in un unico monoblocco a trasmissione diretta; e velocità ridotte a 19/38 o 38/76cm/s. L’elettronica rimaneva sempre valvolare e monofonica.
Per averne una versione stereo, bisognerà attendere il 1965 con il modello M5b, Elettronica allo stato solido con transistor al Germanio, Trasmissione diretta e velocità sempre 19/38 o 38/76 cm/s.
L’ultima versione la M5c è del 1968 l’unica differenza rispetto alla versione B riguarda l’elettronica con transistor al Silicio anziché al Germanio.
Sollevando il pannello frontale mi accorgo che i supporti delle bobine sono liberi di muoversi liberamente; guardando meglio vedo che sotto di essi c’è una puleggia… Ma questa versione non era a trazione diretta? A questo punto sollevo l’intero pannello e vedo che il motore e il telaio sono quelli di un M5 prima serie (con trazione a cinghia), la meccanica e il motore del Perno Capstan sono di un M5b e l’elettronica (come avevo già osservato) di un M5 versione C.
Questa macchina è costruita con pezzi di almeno 3 esemplari diversi! E adesso cosa faccio? Dico al cliente che si è fatto fregare e il suo registratore non ha alcun senso e sopratutto nessun valore?
Calma… ragioniamoci sopra; smontando completamente la struttura mi accorgo di alcune cose:
1) A giudicare dall’ossido distribuito sul telaio, le modifiche non sono recenti ma sono state eseguite parecchio tempo fa.
2) La meccanica del cambio velocità e il Perno Capstan sono correttamente allineati con le testine, che a loro volta sono correttamente allineate con i piatti.
3) Il trasformatore di alimentazione è stato sostituito con uno non originale.
4) Ci sono parecchi segni che la macchina è stata ferma per un certo periodo di tempo, ma che prima di ciò è stata usata.
Tutto questo mi fa supporre, che questa macchina non è un falso creato ad hoc per bidonare il primo compratore inesperto, ma si tratta di un “Frankenstein” assemblato con criterio da qualcuno che se ne intendeva e anche parecchio. Si vede dalla cura con cui è stato tagliato il telaio per ospitare la nuova elettronica, la disposizione dei cablaggi e l’accurata limatura della sede del Capstan per allinearlo correttamente. Si nota anche un attenzione particolare nella foratura del pannello laterale, per aggiungere i connettori Tuchel con lo scopo rendere stereofonica la macchina.
Considerato tutto ciò e visto l’uso che nel vuole fare il cliente, propendo per un accurato restauro.
Mentre eseguo i vari controlli di routine, salta anche fuori un altro problema: il Rullo Passivo di sinistra, che serve a mantenere il nastro teso è consumato in modo anomalo. Smontandolo mi accorgo che ciò è dovuto al cuscinetto sottostante usurato. Ricambi di questo tipo non ne fanno più da anni e quindi, in apparenza risulta irreperibile. In realtà dopo una lunga ricerca in rete trovo un ricambista specializzato in recuperi: smonta i vecchi apparecchi e poi rivende le parti ancora in buono stato.
Dopo aver avuto ampie rassicurazioni sullo stato del ricambio lo ordino. In realtà all’arrivo del pacco mi rendo conto che non si tratta di una parte di recupero, ma si un fondo di magazzino mai usato.
Meglio così, con un pezzo nuovo il funzionamento ottimale sarà garantito; per contro bisognerà fare un adeguato rodaggio prima che in nastro scorra senza fare alcun rumore.
Dopo tutte le sostituzioni, i controlli, le tarature e un adeguato periodo di prova, (sia in riproduzione che in registrazione) si conclude questo restauro dandomi grande soddisfazione.